Tairo Caroli, apparso nel 2009, da tredicenne, in Non è ancora domani - La pivellina,
ora, ventenne, è diventato un domatore di leoni, come suo padre. Il piccolo circo in
cui lavora (da quando era bambino) attraversa una crisi profonda: roulote cadenti,
pochi spettatori, artisti spesso malconci, animali vecchi e stanchi. Anche il giovane
Tairo è in un bruto momento: uno dei suoi leoni è morto, la leonessa è ormai
anziana, le tigri svogliate; come se non bastasse, perde l'oggetto cui teneva di più, il
suo portafortuna: una sbarra di ferro piegata a mani nude davanti a lui, allora
bambino, da un uomo con una forza straordinaria, arrivato nei circhi italiani
dall'America. Quell'uomo si chiama Arthur Robin, Mr. Universo nel 1957 e primo
uomo di colore a vincere tale titolo. Tairo inizierà a cercarlo in giro per l'Italia,
spinto anche dalla superstizione dell'amica contorsionista Wendy, che dopo una
seduta con la sua cartomante di fiducia si convince che l'amuleto vada ritrovato o
sostituito al più presto; un viaggio che lo porterà a ritrovare amici e parenti, come
la madre e il fratello che non vede da quattro anni. Quando finalmente raggiungerà
Arthur Robin, troverà un uomo che dopo anni di palcoscenico e fatica si gode in
pace l'amore della moglie, indebolito dal tempo ma non nello spirito. Un uomo che
non può più compiere lo sforzo di piegare il ferro ma con tanto da insegnare. Sarà
Wendy, che, mettendosi sulle tracce del fglio di Arthur Robin, riuscirà a trovare
una soluzione alternativa.