Le hanno detto che la sua fotografia non era arte, le hanno detto di stare zitta, le hanno detto che per quelli come lei, nel mondo, non c’era posto. Nan Goldin si è fatta strada nella vita con le unghie e con i denti, fino ad affermarsi come una delle più influenti fotografe contemporanee e come attivista di fama internazionale. Laura Poitras racconta l’epopea umana e artistica di Goldin a partire dalla sua battaglia contro la famiglia Sackler, tra le maggiori responsabili della crisi degli oppioidi che negli ultimi venticinque anni ha causato negli Stati Uniti un incremento costante di morti per overdose da farmaco. Grazie all’utilizzo di diapositive, fotografie, dialoghi intimi e filmati finora inediti, le azioni del gruppo P.A.I.N., fondato da Goldin per denunciare i Sackler e togliere lo stigma sulla dipendenza, si intrecciano con le sue vicende biografiche passate; un percorso di vita tumultuoso e appassionante – dal difficile rapporto coi genitori al trauma per il suicidio della sorella Barbara, dalla fuga di casa alle difficoltà economiche, fino alla progressiva affermazione – che attraversa i decenni e i temi mescolando vicende personali e spaccato sociale. E che ha donato a Nan Goldin uno sguardo unico sulla realtà e la capacità di intravedere e sublimare con la sua arte ciò che la sua compianta sorella aveva sempre davanti agli occhi: tutta la bellezza del mondo, tutto il suo dolore.