Tutta l'esistenza di Sandro Pertini pare racchiusa nella sintesi profonda che lui stesso trov., in una particolare occasione pubblica. Era il brindisi serale, del pranzo con cui il re spagnolo Juan Carlos festeggi. l'arrivo a Madrid del Presidente italiano. Pertini, quasi in apertura del suo intervento, celebr. il mondo iberico rievocando una delle figure allegoriche più suggestive per l'intera umanità. Parl. del Don Chisciotte, che per lui "…Non era un romanzo umoristico o il romanzo delle avventure di un pazzo… Era il dramma psicologico dell'uomo, era il mio dramma interiore…" Davanti a quel giovane re che avrebbe ricordato sempre con affetto, Pertini tracci. il personaggio di Cervantes nella prospettiva critica di un altro grande spagnolo, Miguel de Unamuno, citandone un passo molto significativo per la sua acutezza e per l'eco che quelle parole avevano trovato nella sua esistenza: "…Il cardine di tutta la vita umana è qui: sapere chi si vuole essere. Poco conta chi tu sia; l'importante è che tu sappia chi vuoi essere". E aggiunse: "Nella mia tormentata vita ho voluto essere sempre un uomo libero e libero il mio spirito era anche quando in realtà era recluso in un ergastolo nella mia patria oppressa della dittatura." Non avremmo saputo trovare parole migliori per esprimere l'essenza, le coordinate spirituali dell'uomo che abbiamo cercato di ricostruire, proponendoci di raccontare attraverso le più diverse testimonianze - repertorio in bianco e nero e colori, frammenti di film d'epoca, interviste girate per l'occasione di persone comuni cos. come di politici che l'hanno conosciuto, artisti che l'hanno frequentato, scrittori che lo hanno stimato, gente del popolo che lo ha incontrato nelle occasioni più diverse; perfino contributi grafici come i deliziosi fumetti di Andrea Pazienza - i momenti cruciali della sua vita: dal giovane avvocato che lotta per i propri ideali, e che dalle bastonature squadriste percorre un calvario di prigioni, il confino, la lotta partigiana nella Roma occupata, la condanna a morte, l'evasione e la lotta di liberazione nel Nord Italia. E quarant'anni dopo, la sua elezione imprevista e di certo inaspettata alla Presidenza della Repubblica: la sua lotta, ancora una volta, per riuscire a far s. che l'Italia potesse uscire dagli anni bui del terrorismo e della recessione economica, per far assurgere il paese a quella dimensione più aperta e libera, di peso internazionale, che ormai gli spettava. Come prima misura, venne chiamato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a ricostituire il nucleo antiterrorismo. Ma il terrorismo continuava ad uccidere e Pertini dovette seguire molti funerali. Quello del giudice Alessandrini, di Galli, di Tobagi. Con rabbia e amarezza, fu costretto a salutare e assistere le vedove, le famiglie. Crebbe in lui la rabbia per questi delitti che portavano via alcune delle migliori coscienze del paese, e insieme crebbe la convinzione che questa violenza andava stroncata ad ogni costo. Pertini voleva una mobilitazione di massa contro il terrorismo, contro questo "male oscuro" del paese, magari facendo perno sulla sua persona, su tutto quello che rappresentava per il paese: voleva invitare l'Italia ad una "nuova resistenza". Nei Palazzi del potere protestavano per queste continue ingerenze di Pertini, che mettevano in discussioni interi settori dello Stato. Eleggere questo vecchio era stato evidentemente un errore. Secondo molti, Pertini andava bloccato, ridimensionato, fermato. Pertini fin. nel mirino dei terroristi che l'avevano individuato quale simbolo di quell'unità nazionale che avrebbero voluto disgregare. E di quanti, semplicemente, non lo volevano più veder occupare quel posto. Ma finalmente, lo stato cominci. a reagire. Dopo la liberazione di Dozier, il fronte monolitico del terrorismo inizi. a sgretolarsi. Grazie alla nuova legge sui pentiti, fortemente voluta dal generale Dalla Chiesa, cominciarono a parlare i primi collaboratori. Molti terroristi si resero conto dell'inutilità dei loro crimini e decisero di iniziare un nuovo rapporto con la giustizia, anche per godere dei benefici previsti. Si crearono falle sempre più profonde nelle compartimentazioni militari dei terroristi. Alla fine Pertini, ancora una volta, vinse. Al Capodanno del 1984, si accesero le luci nello studio del Presidente al Quirinale, illuminato dagli spot per il discorso televisivo alla nazione. L'ultimo, commosso, discorso di Pertini agli italiani. "... Noi ormai siamo al termine della nostra giornata e con l'animo di chi sa di aver compiuto sempre il proprio dovere di uomo libero ci avviamo sereni verso la notte che non conoscerà più albe..."