Antonio Colucci ha 46 anni. Avrebbe voluto essere un grande regista di film horror e prometteva bene. A 26 anni sembrava un talento destinato a grandi cose. gira infatti un lungometraggio le cui traversie produttive lo relegano al solo mercato dell'home video e per giunta solo in Germania. Poi. Il matrimonio, un figlio, la quotidianità e la mancanza di intraprendenza lo bloccano nella sua cittadina di provincia ove la chimera del cinema lentamente svanisce. Antonio Colucci giunto ad una età plausibilmente "di mezzo", ritiene, come spesso accade, di fare un resoconto della propria vita. Il suo sogno di diventare regista di film di "genere", nonostante il panorama e il mercato italiano del settore sia trasfigurato, non si è mai sopito del tutto, anzi, ha sempre covato dentro di lui. Decide cosi, di trovare i fondi per girare una sceneggiatura a budget molto basso, approfittando che la storia da lui scritta è concentrata su un solo personaggio e location unica. Scoprirà in questa ricerca che l'orrore che lo circonda è molto più impressionante del film del terrore che vuole girare. Al termine del suo viaggio però troverà una nuova consapevolezza e si riappacificherà con i propri sogni e desideri infranti.