La Spezia, estate 2019. Al molo Pagliari una folla di cittadini, autorità, ufficiali di marina in alta uniforme, giornalisti,
fotografi e operatori televisivi assiste alla scopertura di un nuovo monumento. Fascia tricolore e tono di circostanza, il
sindaco dice: «L’opera intende ricordare il meraviglioso gesto di solidarietà da parte dell’intera città di La Spezia nei
confronti di 1.000 profughi ebrei scampati ai campi di sterminio nazisti. Volevano salpare a bordo di due navi e
raggiungere via mare la terra di Israele. Ma furono bloccati dai britannici, nostri amministratori in regime armistiziale e
mandatari in Palestina, fermamente decisi a limitare l’immigrazione ebraica in quella terra, come avevano stabilito nel
cosiddetto Libro Bianco del 1939 per mettere fine alle rivolte arabe. Così per farsi ascoltare dovettero ricorrere a un
drammatico sciopero della fame: partire per la terra di Israele o morire qui, al molo Pagliari di La Spezia, ormai
diventato “La porta di Sion”. Fu la mobilitazione della cittadinanza spezzina in loro favore e la solidarietà dell’opinione
pubblica internazionale, che riuscirono a sbloccare la situazione dopo quasi due mesi di battaglia, permettendo alle navi
di partire finalmente alla volta della Palestina.