Appena laureatosi al prestigioso MIT di Boston, Matt Franklin passa le sue giornate lavorando come commesso in un videonoleggio, ancora indeciso sulla strada da intraprendere nella vita. L'unica certezza è il ritorno in città di Tori Friederking, la sua fiamma del liceo: fingendosi un affermato direttore di banca, Matt stabilisce con Tori d'incontrarsi alla festa del Labour Day che si terrà a casa di Kyle, fidanzato della sua gemella Wendy. Così i fratelli Franklin, accompagnati dall'amico Barry, disperato dopo aver perso il lavoro nell'autosalone in cui lavorava dalla fine del liceo: i tre non sanno che ad aspettarli è la notte più lunga, importante e decisiva della loro vita. A primo impatto "Take me home tonight", primo lungometraggio degno di nota del regista Mark Dowse, può sembrare l'ennesima commedia, divertente e dal sapore giovanile. Sicuramente l'ironia non manca ma la pellicola vanta sicuramente qualcosa in più. E' la storia degli universi di tre giovani adulti che si preparano ad imboccare la strada della vita vera, che escono dall'ovattato nido familiare ed universitario per affrontare il mondo dei grandi, del lavoro, delle responsabilità. Ed ognuno lo fa a suo modo. Wendy/Faris non viene ammessa a Cambridge ma rifiuta l'offerta di matrimonio avanzatagli dal fidanzato Kyle/Pratt perché quello che l'aspetta è molto più di un matrimonio. Barry/Fogler, dal canto suo, ha cominciato a lavorare appena terminato il liceo e della gioventù ricorda ben poco, infilatosi troppo presto nel mondo dei grandi: ha bisogno di una notte brava fatta di rapine d'auto, cocaina e sesso estremo per capire che la vita è ancora tutta davanti a lui. Infine il protagonista, Matt/Grace, brillante ed intimorito ad un tempo, non ha mai affrontato niente, non ha mai preso una decisione prima di imparare che il futuro è nelle sue mani, basta stringerle. È una lunga corsa a perdifiato prima che arrivi l'alba perché, si sa, certi colpi vanno sparati senza pensare, solo per sentire il colpo del fucile, parola di papà Franklin/Biehn.