Disponibile il 18, 19 e 20 gennaio su #iorestoinsala.
Era una miniera. Sembrava un ghetto. Si è trasformato nel cuore pulsante di una rivoluzione civile. Il documentario "Sanità, cuore del cambiamento" ricostruisce quindici anni di sperimentazione e sogni trasformati in realtà, grazie all'opera di una comunità nata intorno a un pastore e ai suoi ragazzi, gli 'scartati' della società. Luoghi abbandonati sono stati prima riaperti, poi migliorati, fisicamente occupati con occasioni di gioco e di conoscenza. Ed un piccolo esercito di donne e uomini di buona volontà - senza alcuna distinzione di ceto, di titoli, di colore della pelle - ha seguito le idee di quel parroco, ha alimentato la voglia di cambiamento e di crescita di quei giovani, ha sorretto con autentico spirito civile la scommessa del quartiere. Tanto che gli ex'scartati" sono diventati, a loro volta, artefici e testimoni della buona notizia : non esiste destino segnato. Ma solo direzioni a cui si può, insieme, provare a imprimere una svolta. La Sanità, uno dei luoghi più densi di arte e cultura del ricchissimo centro storico di Napoli, dai primi ipogei cristiani fino al barocco delle sue tele e alle architetture settecentesche dei suoi palazzi, era una periferia posta nel cuore della capitale del sud. Isolato da due secoli da un ponte, penalizzato da storiche condizioni di degrado, era - fino agli ultimi anni Novanta - il rione meno frequentato dagli altri cittadini napoletani. Ma padre Antonio Loffredo, un pastore che è stato ragazzino in vicoli come quelli, arriva alla Sanità nei primi anni Duemila e si riconosce nei volti vivaci e scettici di bambini che rischiano di smarrirsi ogni giorno. Oggi il quartiere è crocevia di numerose attività e progetti in cui arte e bellezza sono diventate occasioni di lavoro e quindi di crescita e riqualificazione. Il documentario racconta un cammino lungo 15 anni, la nascita di imprese sociali e culturali, attraverso le testimonianze di un 'cast' corale, eterogeneo e anche multi etnico. Sono le voci di chi stava crescendo nell'assuefazione. E ha riaperto gli occhi. Perché nascere in ambienti soffocati dal degrado nonostante l'eredità di arte e storia è, spesso, premessa di una sconfitta per chi nasce al Sud. Fornire un aiuto economico, migliorare i luoghi, abbellire una strada, può essere semplice. Ma la sfida più grande, per la Sanità, è stata capovolgere la prospettiva. Cambiare lo sguardo. Cioè: formare i giovani affinché assumessero consapevolezza dei propri strumenti e delle risorse che li circondavano, trasformare la vita di centinaia di ragazzi per consentire loro di cambiare dal basso i territori in cui crescere. Anche con le loro mani e le proprie idee. Educandoli al rispetto del loro patrimonio, scoprendone la storia, imparando a custodirne e governarne il valore. Per farne, alla fine, impresa. Su grandi numeri. Al Rione Sanità, nel cuore di Napoli, è successo questo. E questo è il "successo" del rione Sanità: termine che mai come in questo caso, alla maniera di Carmelo Bene, può essere declinato come "participio passato" di succedere. Evento realmente accaduto, obiettivo raggiunto: contro ogni svantaggio, ostacolo o fondata diffidenza. Lo raccontano nel film, in presa diretta e attraverso i passaggi che documentano le varie tappe, don Loffredo e numerosi giovanissimi testimoni, ed altri come loro : che non andavano a scuola, erano figli di detenuti, erano attratti dai soldi guadagnati facilmente, non credevano più in nulla . Al centro, l'esperienza della gestione delle Catacombe di San Gennaro, dirette da padre Loffredo e dai giovani di una Coop, passate in 10 anni da 8mila a 130mila visitatori. Ed il racconto di chi ha portato quasi 5 milioni di euro raccolti da importanti Fondazioni, il manager Ernesto Albanese. L'uomo che, quindici anni dopo, ancora non sa chi e perché ha ucciso suo padre in una rapina. Ma sa che "uno di quei rapinatori, se intercettato come uno dei nostri ragazzi, convinto ad appassionarsi alla musica o all'artigianato, alle lingue o alla storia, avrebbe avuto un altro destino" .