In un villaggio vicino al mare in cui sono annegati migliaia di rifugiati Rohingya, un pescatore trova uno sconosciuto privo di memoria che in più non parla la sua lingua. L'uomo lo accoglie in casa e gli dà un nome, Thonchai. Quando il pescatore un giorno, all'improvviso e misteriosamente, scompare, Thonchai lentamente si impadronisce della sua identità, del lavoro e persino della moglie giunta in visita da un paese lontano. Il regista thailandese Aroonpheng si fa carico di dar voce ai rifugiati nel mondo, ma soprattutto ricorda il popolo Rohingya perseguitato in Birmania e costretto ad avventurarsi in mare in cerca di salvezza. Un viaggio della speranza segnato il più delle volte dalla morte per annegamento, destino comune e crudele ad ogni latitudine. Manta Ray è un film che conta su suoni e luci e suggerisce sottovoce piuttosto che urlare.