Nei dodici anni che vanno dal 1888 al 1900 si forma il carattere artistico di
Grazia Deledda. Nel film viene narrata questa formazione a partire da quando
diciassettenne pubblica sulla rivista “L’ultima Moda” il suo primo racconto
Sangue Sardo fino al suo trasferimento a Roma, meta desiderata dei suoi sogni Giovanili. Gli accadimenti e le vicende di questo periodo narrate nel suo libro autobiografico postumo Cosima si possono riscontrare anche nel ricchissimo
carteggio che la Deledda intrattenete con molte persone, uomini principalmente, con i quali instaura quasi sempre una dinamica di seduzione, di cui lei a volte finisce per invaghirsi e che in qualche caso si invaghiscono di lei. Innamoramenti virtuali senza mai essersi conosciuti di persona ma che alienavano il desiderio di evasione della fanciulla e le fanno sognare l’amore. La Deledda trasporta i suoi primi turbamenti amorosi le passioni e le delusioni nei suoi racconti d’esordio, con una scrittura acerba e manierata. Traduce i suoi pensieri dalla lingua che usa abitualmente in casa, il logodurese all’italiano, senza non poche difficoltà. La sua formazione si limita alla quarta elementare e il processo di crescita è principalmente da autodidatta. La sostiene però una grande determinazione e una fervida fantasia, aiutata dalle letture dei romanzi che trova in casa e che riesce a procurarsi. Supera con grande forza di volontà gli ostacoli di una condizione familiare convenzionale che vede nella pubblicazione dei suoi primi scritti motivi di imbarazzo nella piccola comunità nuorese dell’epoca.