“Anche io sono figlio di migranti”,dice Papa Francesco. Con un occhio attento all'attualità e alla sempre più pressante questione dell’immigrazione,il Papa stesso ci spinge più volte a riflettere sul suo significato e sull'approccio più costruttivo che dovremmo avere anche noi nei suoi confronti. “Se non ci fossero state le persone che, all’epoca, hanno aiutato mio padre,io oggi non sarei qui”. Non avremmo neanche lo stesso Papa Bergoglio, se l’immigrazione in Argentina,un tempo,non avesse trattato gli italiani con riguardo e con propositività.A partire dal Piemonte,i nonni di Papa Francesco si spostarono verso il porto di Genova per sfuggire al fascismo e imbarcarsi in direzione di Buenos Aires. Ma il transatlantico che avrebbero dovuto prendere,e per cui avevano già comprato i biglietti,fu oggetto del più grande disastro navale italiano di sempre,e uccise tutti i suoi passeggeri. La strana coincidenza fu proprio quella che volle la famiglia Bergoglio trattenuta da un contrattempo e impossibilitata a prendere quella stessa nave,all’ultimo secondo. Dunque si salvarono,raggiunsero l’Argentina,e con questo permisero anche al nostro papa di nascere e diventare la persona importante che è oggigiorno. Scampati al disastro navale,i nonni di Jorge Mario Bergoglio sono ripartiti da zero a Buenos Aires. Raccontiamo questo:l’accoglienza ora e allora,il Papa ora e al tempo in cui era un semplice ragazzino argentino che improvvisamente ha sentito una vocazione più forte di lui. La figura ideale, da cui partire,è quella della giornalista Tiziana Lupi, autrice della biografia del Papa che,improvvisamente, decide di intraprendere una nuova ricerca a partire da un incontro con dei bambini, altri “figli di migranti” come lui, nati in Italia. “Quindi anch’io,un giorno, potrei diventare papa?”,chiede uno di loro. Un parallelismo fra il pontefice,le sue origini e le origini di tante persone costrette anche oggigiorno ad abbandonare la propria patria per ricostruirsi altrove. Nella stessa Genova troviamo la testimonianza di Massimo Minella, giornalista di Repubblica che ha raccolto in un libro chiamato "Genova-Buenos Aires-Solo Andata"le foto di quegli sbarchi,le testimonianze di tutti quei flussi emigratori dall'Italia verso l'Argentina che hanno interessato anche la famiglia Bergoglio. Viaggi della speranza e del riscatto che portarono milioni di italiani in Argentina. Da lì al racconto di Padre Ripamonti del Centro Astalli di Roma, che si occupa dell’accoglienza dei migranti in Italia,fino a passare proprio in Argentina,prima a Buenos Aires e poi,in particolare, nel vicino paese di Paranà dove andarono a vivere i nonni del Papa. Proprio in Argentina troviamo lo scultore Alejandro Marmo,più volte citato come artista preferito del papa. Marmo, non a caso,segue una filosofia molto simile al pensiero di Papa Francesco,nelle sue sculture:preferisce servirsi unicamente di scarti e rifiuti per creare arte, splendore; un po’ come quello che dice il Papa quando parla di tutti gli immigrati e i poveri che vengono lasciati lì,in balia della sorte,dimenticati da un mondo che potrebbe invece valorizzarli.