Martin Freeman e Anthony LaPaglia sono i protagonisti di questo film di 90 minuti sulla trasmissione televisiva del processo ad Adolf Eichmann, uno dei principali responsabili dell'Olocausto. Definito il 'processo del secolo', venne mandato in onda in 37 Paesi e per la prima volta l'orrore dei campi di sterminio venne raccontato in diretta dalle vittime. La messa in onda di quel processo rappresenta il primo evento televisivo globale e il film racconta la straordinaria storia del team di produzione che dovette superare ostacoli di ogni tipo per poter catturare la testimonianza di uno dei più noti criminali nazisti.
La vicenda si svolge a Gerusalemme nel 1961, quando il geniale produttore televisivo Milton Fruchtman (Martin Freeman) assume il regista Leo Hurwitz (Anthony LaPaglia) per occuparsi delle riprese del processo. Hurwitz, regista molto amato dalla critica e pioniere nell'uso di diverse macchine da presa per le riprese in studio, era finito nella 'lista nera' di McCarthy dove era rimasto per un decennio. Arrivando a Gerusalemme, Hurwitz si trova per le mani un lavoro dalle dimensioni epocali: con l'aiuto di Milton, in tempi ristrettissimi deve addestrare un team di riprese formato da professionisti inesperti e convincere i giudici a cambiare decisione, lasciando che il processo venga ripreso. Lavorando sotto un'incredibile pressione, alla fine i due riescono ad ottenere il permesso di girare, a condizione però che l'aula del tribunale venga ricostruita e dotata di speciali macchine da presa nascoste.
Nel corso dei quattro mesi successivi, i momenti salienti del processo - montati velocemente alla fine di ogni giornata e spediti in tutto il mondo - avrebbero avuto un effetto sensazionale e profondo. Giorno dopo giorno infatti i sopravvissuti all'Olocausto fornirono la loro testimonianza scioccante davanti al pubblico di tutto il mondo e, giorno dopo giorno, Adolf Eichmann scioccò il mondo per la sua evidente mancanza di rimorso. L'80% della popolazione tedesca guardò almeno un'ora del programma ogni settimana. Venne trasmesso su tutte e tre le reti statunitensi con notiziari quotidiani in Gran Bretagna. Ci furono persone che svennero guardando il processo in TV, e per la prima volta molti cominciarono a parlare apertamente della loro esperienza dell'Olocausto. La storia straordinaria di come il processo divenne una trasmissione televisiva e del team che rese la cosa possibile non era mai stata raccontata.