Le avventure di un gruppo di ragazzi che passano l'estate nei pressi di Marsiglia saltando in acqua dalla Corniche Kennedy, una strada che costeggia il mare. Una poliziotta con l'incarico di supervisionare quella parte di costa li osserva con il binocolo. I ragazzi continuano a sfidare la legge e presto le cose iniziano ad andare storte... Una banda proveniente dai quartieri a nord della città, in fuga dai loro compromessi e dalle loro miserie, s'è appropriata di un lembo di territorio fra i quartieri ricchi di Marsiglia. Ragazze e ragazzi, spensierati come si può essere a diciotto anni, che ridono sul bordo dei precipizi, sfidano la forza di gravità e le vertigini, fisiche e metafisiche, tuffandosi dall'alto. Sono loro che la regista filma, i loro corpi che si cercano, si lanciano nel vuoto, danzano sott'acqua. Le loro mani che si toccano, accarezzano un polpo, si stringono e si lasciano in un balletto acquatico al rallentatore. Sui loro volti in primo piano si leggono il furore di vivere, la tristezza di fronte a certi ricordi, la paura e la vertigine e la gioia di averle vinte. Non importano i divieti, i richiami all'ordine, i consigli alla prudenza: si sentono immortali! Ma non sono i soli a oltrepassare il confine di questa Corniche. Ci sono anche gli adulti, in particolare la polizia che vuole arrestare dei trafficanti di droga ai quali uno dei ragazzi è legato. La commissaria è più comprensiva e più dolce del suo nervoso assistente, che viene dallo stesso quartiere di quelli che arresta. Con Corniche Kennedy, Dominique Cabrera ha realizzato un film solare, quasi camusiano, di notevole tenerezza.