Un giovane padre e suo figlio di otto anni camminano su una montagna. Il loro
percorso, le notti in tenda, la vita all'aria aperta diventano occasioni di intimità e dialogo. Nelle loro parole: il rapporto con la famiglia, l'amore, la città che il padre ha lasciato, la natura che li circonda. L'infanzia, il desiderio di conoscere e di crescere si confrontano con le inquietudini della vita adulta..
Mentre il cammino prosegue, tra incontri e scoperte possibili in una natura
sempre più presente, padre e figlio si mettono in relazione con altre vicende che
sembrano affiorare dal passato o riportarli repentinamente alla realtà quotidiana della città, laggiù in fondo alla pianura: l'occupazione di una fabbrica a Milano ed il racconto delle (dis)avventure di un produttore musicale negli anni settanta. Un gioco di rimandi e di allusioni che parla ai bambini che eravamo, agli adulti che siamo, in un intreccio di storia individuale e storia collettiva. Salire sempre più in alto, spaziare con lo sguardo sempre più lontano, è un modo di allontanarsi o avvicinarsi al mondo?