ARF è un bambino, ma non sa parlare, abbaia. Però ha un ottimo fiuto e un carattere adorabile. Nato in un paese oppresso dalla guerra e dalla dittatura, Arf è stato salvato da Bianca, una cagna che lo ha cresciuto nel branco di randagi che vive su una collina ai margini della città. Ma la guerra giunge anche in quel luogo magico, il branco viene disperso in una retata e Arf viene portato in un campo di prigionia insieme a molti altri bambini. Ma Arf non conosce la cattiveria degli esseri umani e anche in quel luogo triste, trova amici e continua a sorridere. La serenità del bambino che sa soltanto abbaiare, fa infuriare però il nevrastenico comandante del campo, che condanna Arf ad essere sbranato dai dobermann che fanno la guardia alle baracche. L’ufficiale non immagina che i cani decidono invece di difendere il cucciolo e scatenano un ammutinamento proprio nel giorno in cui il Dittatore viene in visita per tenere un discorso a tutta la nazione. Anche lui dovrà vedersela con Arf, che si intrufola dal barbiere che sta preparando il Dittatore per il discorso e provoca il taglio dei baffi per cui il Dittatore è famoso, senza che lui se ne accorga. Quando il tiranno sale sul palco, le sue guardie non lo riconoscono più. Senza i suoi baffi, il terribile Dittatore è diventato un uomo qualunque, che viene rincorso ed arrestato. Nella confusione che segue, Arf è raggiunto da mamma Bianca, che grazie al fiuto lo ha infine ritrovato. Insieme a lei, riesce a far uscire dal campo tutti i piccoli prigionieri e fugge insieme a loro verso la collina dove è cresciuto e dove li aspettano la felicità e la pace.