Storia autobiogrfica del regista, che racconta la sua infanzia a Tocopilla, in Cile, durante gli anni del governo di Ibanez.
Questa è la storia di Jaime, ebreo ucraino di fede comunista nel Cile che si avvia alla dittatura, è la storia della sua opposizione al nascente regime e dei suoi tentativi di fare la differenza. Una storia raccontata attraverso lo sguardo di suo figlio Alejandrito, erede della capigliatura del nonno e santo designato, a cui suo padre insegna a non credere in Dio e a mostrarsi forte. Ed è anche la storia di Sara, moglie di Jaime e madre di Alejandro, la cui voce per suo figlio è musica e poesia insieme, e che gli insegna il potere della magia. Alejandro è soltanto un ragazzo nel Cile degli anni trenta, ma il suo nome e le origini della sua famiglia ne fanno un bambino molto particolare. Sua madre è convinta che sia benedetto dallo spirito del nonno, un ebreo ucraino morto anni addietro in un incidente. E per questo lo protegge da tutti i tentativi di suo padre di farne un pompiere e un soldato al servizio di una resistenza impossibile al nascente potere che negli anni sconvolgerà la sua patria. La crisi economica è alle porte e i comunisti cileni temono per la propria incolumità. Ibanez appare come un pericoloso dittatore, in realtà il suo governo sarà solo un assaggio di quello che in seguito accadrà nel paese. Jaime decide così di andare a Santiago per uccidere l'oppressore e da allora la sua famiglia non avrà più sue notizie per molti anni.