La decisione del conclave di eleggere il Cardinal Bergoglio ha sorpreso il mondo e allo stesso tempo il nuovo Papa. Tuttavia è stata una decisione molto meditata, la differenza dei voti a favore del Cardinale argentino non è il prodotto del caso, ma della riflessione di un gruppo di saggi uomini poco meno che centenari.
C’era preoccupazione nei vertici della chiesa per la crisi interna che la stava
attraversando, che danneggiava la sua stessa essenza, e che portava come conseguenza una perdita di fedeli e una diminuzione delle vocazioni sacerdotali.
I problemi della chiesa erano spesso le copertine dei giornali e le notizie di apertura dei telegiornali di tutto il mondo, amplificandosi e andando sempre più a colpirne l’immagine e la credibilità.
La chiesa aveva bisogno di un cardinale che fosse capace non solo di correggere la rotta, ma di adattarla ai tempi nuovi. Qualcuno che avesse la convinzione, la forza, la fermezza e l’autorità per realizzare un profondo cambiamento.
I membri del Collegio Cardinalizio cercavano fra di loro colui che fosse il più capace di realizzare la trasformazione e la modernizzazione dentro la chiesa.
Per la sua elezione è stato decisivo l’essere Gesuita e latinoamericano. Grazie alla formazione dei suoi membri l’ordine è considerato l’avanguardia intellettuale della chiesa. I Gesuiti professano i voti di obbedienza, povertà e castità, e si caratterizzano per il rigore con cui portano avanti le loro responsabilità.
In tutto il corso della sua vita Bergoglio ha dimostrato una grande capacità nel muoversi in situazioni molto differenti e complesse.
E’ stato accusato di non essersi impegnato abbastanza negli anni della dittatura militare argentina. Ha testimoniato nei processi di Lesa Umanità e ha dichiarato di aver fatto tutto quello che era per lui possibile. Ci sono testimonianze di come in molti momenti abbia messo a rischio la sua vita per salvare i perseguitati.
Senza dubbio, ciò che ha fatto sì che “i suoi fratelli Cardinali lo siano andati a cercare alla fine del mondo” è stato il percorso di vita ed il prestigio di Jorge Mario Bergoglio come Arcivescovo di Buenos Aires e Primate d’Argentina.
Da quel marzo del 2013 sta sorprendendo il mondo per la sua semplicità, per i suoi gesti, per la sua vicinanza alla gente, e insieme per la sua fermezza.
Da quando è stato consacrato Papa ha dato segnali inequivocabili della rotta che terrà il suo ministero: progressista nel campo sociale, molto rigoroso con la morale e la disciplina dei suoi collaboratori, molto rispettoso della dottrina tradizionale e convinto che le idee del Concilio Vaticano II siano da radicare maggiormente nella chiesa. Da subito il Papa ha affrontato questo enorme compito, cominciando con la legislazione vaticana. Ha aumentato le pene per i delitti gravi e ha cominciato un’opera di adattamento del Codice ai nuovi tempi e alle nuove realtà.
Il nuovo Papa sorprende anche per la sua accesa critica alla corruzione, all’insaziabile sete di denaro e di potere; così come per le azioni concrete che sta mettendo in atto. Ma la sfida di Papa Bergoglio è ancora più grande: per riformare la chiesa dovrà abbracciare la più grande varietà di realtà, culture e scenari politici e sociali possibili. Spicca anche la sua attitudine ecumenica e la sua promozione del dialogo interreligioso. Per la sua elezione, ha chiamato a sé i capi delle altre chiese cristiane e delle religioni non cristiane. Il patriarca di Costantinopoli non assisteva all’intronizzazione del vescovo di
Roma dal 1504. In più, per riparare ad una incomprensione di Benedetto con l’Islam, Francesco ha rinnovato un formale appello alla necessaria riconciliazione storica fra l’Islam e il Cristianesimo.
Il documentario si propone di far conoscere papa Francesco attraverso la sua vita, le sue parole, la testimonianza di coloro che lo conoscono meglio. E’ anche un resoconto del primo anno del suo papato, delle misure di fondo che già ha adottato e delle trasformazioni che è riuscito a produrre in così poco tempo.