Roma, 9 febbraio 1968: con l'involontaria complicità del giovane professore Paolo Portoghesi, gli Uccelli fanno il nido per 36 ore sulla cupola di Sant'Ivo alla Sapienza, capolavoro del Borromini, occupando simbolicamente quella che fu la prima università della capitale. Così, per merito dell'iniziativa di tre ragazzi di Architettura, gli studenti escono dalle aule universitarie per dar vita a un '68 diverso, partecipativo, più creativo. In un anno in cui ogni giorno succede qualcosa, le loro imprese finiscono sulle pagine dei giornali di tutto il mondo e attirano l'attenzione dei più grandi artisti del momento: Schifano, Pasolini, Moravia, Max Ernst, Dorazio, Angeli, Tano Festa e persino i Rolling Stones, per non citarne che alcuni. Con loro avranno intense relazioni, spesso autoinvitandosi a pranzo e cena, e una continua fonte d'ispirazioni. Gli Uccelli raccolgono consensi sempre più ampi, sovvertendo la vita dell'ateneo con animo surrealista e antagonista: pascolano pecore a Villa Borghese, che poi porteranno in salvo disinteressandosi degli scontri di Valle Giulia, bloccano gli esami lasciando razzolare nella facoltà 100 galline donate da Manzù, piantano un fico dal valore simbolico nel cortile di facoltà e realizzano una piscina sul retro della stessa, mentre con i loro happening creativi inventano "l'arma" dei murales, reclutando per quello sulla facciata dell'ateneo anche Guttuso. Berlino, 11 aprile 1968. Rudy Dutschke, il leader del movimento studentesco tedesco, viene ferito in un attentato. Gli Uccelli volano a Berlino, si fanno ospitare dall'artista e attore Remo Remotti e stringono un sodalizio con gli appartenenti della Kommune 1, giovani intellettuali che lotavano contro la famiglia e la società borghese attraverso l'esempio, la satira e la provocazione: proprio come gli Uccelli. Insieme passano l'estate, occupando i Sassi di Matera su mandato di Carlo Levi per opporsi a una "diaspora disumanizzante": la loro iniziativa darà via a quel processo che porterà i Sassi a divenire patrimonio dell'UNESCO. Ma non è tutto: a settembre, su invito del sindaco Corrao, riorganizzano la spedizione dei Mille per dare un futuro diverso a Gibellina dopo il terremoto: ovunque vanno, coinvolgono studenti e popolazioni senza mai cercare lo scontro, se non che sul piano culturale. Hanno lasciato In molti un ricordo e la sensazione che la storia del movimento e dell'Italia sarebbe potuta cambiare seguendo la loro "terza posizione" che proponeva una rivoluzione estetico-culturale a superamento dello status quo e della militanza, ma del gruppo degli Uccelli si perse il ricordo quando lo scontro politico prese il sopravvento. Il documentario ripercorre gli avvenimenti salienti di cui sono stati protagonisti gli Uccelli, utilizzando le interviste senza domande ai protagonisti e un ricco repertorio costituito da filmati del movimento, fotografie inedite e articoli dei giornali di allora. L'obiettivo è di creare un prodotto di fruizione veloce e divertente, che faccia emergere le ispirazioni e le motivazioni del gruppo dando modo a tutti di poter respirare l'atmosfera di quel tempo per comprendere come questa storia mai raccontata sia potuta realmente accadere.