All'origine del nuovo romanzo che la scrittrice Francesca Melandri sta preparando, vi è l'urgenza personale di fare luce sulla propria figura paterna. Francesca è a conoscenza dell'adesione giovanile del padre al regime fascista. Tuttavia, dai racconti familiari, sa anche che Franco, come molti, ha subito una profonda conversione antifascista durante la guerra, in particolare di fronte alla tragedia della campagna di Russia. Il ritrovamento negli archivi di un articolo che porta la firma del padre rivela però una realtà molto diversa. In cerca di risposte, la scrittrice si avventura in altre leggende, più collettive e pubbliche, quelle legate alla guerra d'Abissinia, poco raccontata alla generazione post-bellica e tradizionalmente rappresentata come un'occupazione bonaria e praticamente indolore. La sua ricerca, condotta attraverso un viaggio in Etiopia, testimonianze dirette e studio delle fonti storiche, racconta invece un'altra storia, fatta di stragi sanguinose e violenze efferate. Francesca studia e indaga per cinque anni, elaborando le sue conoscenze in una narrazione complessa, che intreccia il nostro passato coloniale con l'Italia intollerante e razzista di oggi, riscoprendo dolorosamente i nostri legami culturali con quell'ideologia violenta, mai realmente debellata alla radice, che, come un fiume carsico, vediamo riemergere nel nostro presente. Il film è il racconto di questa ricerca, che intreccia passato e presente, rimozioni private e pubbliche, e del processo creativo che trasforma la realtà biografica e storica in letteratura.