Schede primarie

“Inquietante giallo senza i luoghi comuni del genere (Kurosawa mostra di aver perfettamente assimilato i maestri occidentali e sa anche spingersi oltre), impressionante ‘sinfonia dei bassifondi’ (Tokyo città aperta), sconvolgente viaggio iniziatico alla ricerca del proprio alter ego, e al tempo stesso tenera storia di un’amicizia (il maestro e il discepolo), Care randagio è un film teso e dinamico, di una sapienza tecnica e stilistica stupefacente, che pone in maniera estremamente coinvolgente gli eterni problemi cari a Dostoevskij del rapporto dialettico luce-tenebre, bene-male, malavita-difensori dell’ordine” (Aldo Tassone). Con un realismo quasi à la Simenon, un grande noir che trascende il genere: “Inoshiro Honda dirigeva la seconda unità. Ogni mattina gli dicevo che cosa mi serviva e lui andava a filmarmelo fra le rovine della Tokyo postbellica. Dicono spesso che in Cane randagio ho colto molto bene l’atmosfera del Giappone postbellico; se è così, devo in buona parte questa riuscita a Honda” (Akira Kurosawa).