Schede primarie

DEVA è seduta negli ultimi sedili di un autobus che la sta riportando a casa, una piccola roulotte priva di comodità in cui vive con la madre, GIOVANNA. Il suo volto è nascosto dietro l’abbottonatura del giaccone; nonostante sia bello e giovane, mostra una durezza innaturale per una ragazza di quell’età. Ed è con questa durezza che Deva conduce la sua vita, senza permettersi un momento di pausa o di relax, per non lasciare spazio ai pensieri. Tutto questo s’interrompe quando inizia a lavorare nella pescheria di CARLA e, volente o nolente, entra in contatto con il nipote della donna, un bambino di un anno. Non vorrebbe avere a che fare con lui, perché Deva ha una ferita ancora aperta, una ferita troppo grande per una ragazzina come lei: l’aborto di un figlio. Ma se pur controvoglia si ritrova badare al piccolo, apparentemente con fastidio e senza nessun coinvolgimento; l’indifferenza però si va pian piano smussando e quel bambino, in un percorso fatto di piccolissime e impercettibili aperture, si fa spazio nel cuore e nell’emotività della ragazza.