Marco Ferreri è stato uno dei grandi maestri del cinema italiano: dissacrante e anticonformista, sempre in bilico tra l'ironico e il grottesco più estremo, ha diretto dei film originali e graffianti, che hanno fatto storia, conseguendo spesso grossi incassi al botteghino. Eppure, a vent'anni dalla sua prematura scomparsa, è stato quasi dimenticato dall'immaginario collettivo. Una vera e propria "uccisione", neanche tanto metaforica. Un misterioso detective, che si muove come un personaggio d'altri tempi, compie una inchiesta personale su questo ipotetico "delitto". Attraverso l'analisi di alcune delle sue opere maggiormente significative, interviste a esperti e studiosi della "settima arte", testimonianze di chi lo ha conosciuto e immagini di repertorio, il bizzarro investigatore arriva a individuare il "colpevole": quella società dei consumi che il regista ha sempre stigmatizzato, fin da tempi non "sospetti". Una società ulteriormente peggiorata dall'avvento della televisione commerciale con annessi reality show, dall'uso sconsiderato dei social network e conseguente imbarbarimento dei rapporti umani, dall'omologazione culturale e dall'appiattimento impostoci dalla globalizzazione. La peculiarità di Ferreri consiste proprio nell'aver precorso i tempi: il suo essere geniale è quindi nella preveggenza di un futuro pieno di alienazione e di frustrazione. "I love Marco Ferreri" vuole essere in definitiva una indagine postuma, tra reale e surreale, sui mutamenti sociali degli ultimi anni, attraverso l'occhio di un artista fuori dal coro. Ci si potrebbe chiedere se la cultura sia davvero finita e con essa lo spirito critico. La risposta, nonostante tutto, è no. La "speranza" non morirà mai. Almeno finchè ci saranno cervelli pensanti e libertà di esporre le proprie idee. E il cinema può. ancora essere un ottimo veicolo di divulgazione del bello, dell'arte e delle emozioni più profonde e sensibili dell'animo umano.