Raihimi, una giornalista di base a Teheran, si sposta nella città santa di Mashhad per indagare su un serial killer che uccide le prostitute convinto di liberare le strade dai peccatori per conto di Dio. Nonostante il numero delle vittime continui ad aumentare, le autorità locali non sembrano aver fretta di risolvere il caso e Raihimi si rende presto conto che potrà contare solo sulle proprie forze. Holy Spider è un film sull’ascesa e sulla caduta di uno dei più noti serial killer dell’Iran, Saeed Hanaei ma in senso più ampio il film è una critica alla società iraniana. “In un mondo normale - scrive Abbasi - non ci sono dubbi che un uomo che ha ucciso 16 persone venga visto come colpevole. Ma qui in Iran era diverso: una parte del pubblico e dei media conservatori iniziò a celebrarlo come un eroe. In Iran abbiamo una tradizione di odio verso le donne, una misoginia profondamente radicata che non è specificamente religiosa o politica, ma culturale”.