Considerata una leggenda del grande schermo e adorata dai cinefili di ogni generazione, in oltre 50 anni di carriera Shirley MacLaine ha lavorato con maestri come Billy Wilder, Alfred Hitchcock, Vincente Minnelli, William Wyler, Bob Fosse, Hal Ashby, John Schlesinger, vincendo tra gli altri un premio Oscar (su sei candidature), cinque Golden Globe, due Coppe Volpi a Venezia e due Orsi d'Argento alla Berlinale (più un Orso d'oro alla carriera). Nata Shirley Beaty MacLean a Richmond (Virginia), figlia d'arte e sorella maggiore di Warren Beatty, inizia a calcare i palcoscenici di Broadway come ballerina di fila a soli 16 anni e nel 1954 venne ingaggiata come sostituta di Carol Haney in "The Pajama Game", esordio come coreografo di Bob Fosse. Notata dal produttore Hal Wallis, debutta al cinema l'anno successivo ne "La congiura degli innocenti" di Alfred Hitchcock, che le procura da subito grandi consensi. Recita quindi accanto a Jerry Lewis e Dean Martin in "Artisti e modelle" (1955, di Frank Tashlin) e con David Niven ne "Il giro del mondo in 80 giorni" (1956, di Michael Anderson), ma la consacrazione arriva con "Qualcuno verrà" (1959, di Vincente Minnelli), per cui ottiene una prima candidatura all'Oscar. Nel 1960 arriva la seconda per "L'appartamento" di Billy Wilder, in cui il ruolo della ragazza dell'ascensore, coinvolta in una storia con un dirigente sposato e segretamente amata dal timido impiegato Bud Baxter-Jack Lemmon, resterà tra i suoi più amati di sempre, consolidandone lo status di regina della commedia. Dopo "Quelle due", diretto da William Wyler e interpretato a fianco di Audrey Hepburn, gira di nuovo con Wilder e Lemmon "Irma la dolce" (1963), altro titolo leggendario che le procura la terza nomination all'Oscar per il ruolo della tenera e ingenua prostituta parigina. Nel 1969 veste ancora i panni di una romantica prostituta nel musical "Sweet Charity ? Una ragazza che voleva essere amata", diretto da Bob Fosse. A partire dagli anni Settanta comincia a impegnarsi in altri ambiti, partecipando alla campagna elettorale per i democratici, sostenendo i movimenti femministi, dedicandosi ai viaggi, allo studio delle filosofie orientali e alla scrittura di libri autobiografici, oltre che alla sua prima passione, il teatro. Malgrado ciò riesce a offrire due prove eccellenti in film come "Due vite, una svolta" (1977, di Herbert Ross, con Anne Bancroft) e "Oltre il giardino" (1979, di Hal Ashby, con Peter Sellers), mentre nel 1983, grazie al successo planetario di "Voglia di tenerezza" conquista finalmente l'Oscar. Nel segno di una carriera sempre ad altissimi livelli interpreta quindi "Madame Sousatzka", di John Schlesinger (1988), "Fiori d'acciaio", di Herbert Ross (1989), "Cartoline dall'inferno", di Mike Nichols (1990), "Cara, insopportabile Tess", di Hugh Wilson (1994), "Scambio di identità", di Richard Benjamin (1996). Tra gli ultimi film ricordiamo inoltre commedie come "In Her Shoes - Se fossi lei", di Curtis Hanson (2005), "Vizi di famiglia", di Rob Reiner (2005), "Appuntamento con l'amore", regia di Garry Marshall (2010), "I sogni segreti di Walter Mitty", di Ben Stiller (2013), "Adorabile nemica" (2017), presentato all'ultimo Sundance Film Festival, senza dimenticare le apparizioni televisive nelle serie di culto "Downton Abbey" e "Glee".